Dieta e Patologie

Reflusso gastroesofageo: cause e rimedi a tavola

Il reflusso gastroesofageo (GERD) è una condizione patologica causata dalla risalita di materiale acido, presente nello stomaco, in esofago. Colpisce in maniera indistinta sia uomini che donne e tende a manifestarsi con maggiore frequenza con l’avanzare degli anni.

Episodi di reflusso gastroesofageo possono verificarsi anche in soggetti perfettamente sani; si parla invece di malattia del reflusso gastroesofageo quando la frequenza e la durata dei rigurgiti di materiale acido è tale o da creare una precisa sintomatologia o da procurare un’esofagite. Un buon stile di vita in generale e un corretto stile dietetico in particolare sono fondamentali nella prevenzione e nella cura della patologia in questione.

Reflusso gastroesofageo in gravidanza e nei bambini

Nei bambini si manifesta nel primo anno di vita la presenza di reflussi, che in alcuni casi possono essere manifestarsi anche lontano dai pasti ed avere un tipico odore acido. Il bimbo è spesso disturbato, si stira, e spesso si risveglia durante la notte. Per i bambini più piccoli può essere utile frazionare i pasti e in alcuni casi utilizzare i latti anti-reflusso.

Nel bambino più grande si manifesta con dolori addominali ricorrenti, bruciore gastrico o retrosternale fino ad un franco dolore gastrico. Oppure con sintomi respiratori quali: laringospasmi, tosse secca cronica, abbassamenti della voce più raramente con broncopolmoniti ricorrenti

Durante la gravidanza i sintomi del reflusso gastroesofageo possono aumentare di gravità o comparire dal nulla, se non si soffriva in precedenza. La ragione del disturbo deriva dal feto che, aumentando di volume, aumenta la pressione addominale e va a comprimere direttamente lo stomaco, determinando il reflusso.

I sintomi del reflusso gastroesofageo sono, altresì, dovuti alle variazioni ormonali che avvengono nell’organismo della donna in questo periodo. Pertanto nella donna gravidica è consigliabile fare pasti piccoli e leggeri durante la giornata, evitando i cibi che favoriscono il reflusso e, sotto il parere del proprio medico, assumere i farmaci adeguati.

Quali sono i sintomi tipici del reflusso?

Spesso ci lamentiamo di bruciori di stomaco, dolore nella deglutizione, dolori al petto improvvisi, pesantezza e gonfiore: questi sono solo alcuni dei campanelli di allarme che potrebbero indicarci di soffrire di reflusso gastroesofageo. I sintomi “atipici” sono:

  • Sensazione di nodo alla gola con difficoltà alla deglutizione
  • Difficoltà digestive, nausea
  • Laringite cronica, tosse, raucedine, abbassamento della voce
  • Asma
  • Dolore toracico (simile a quello di natura cardiaca)
  • Otite media
  • Insonnia

Quante persone soffrono di questa patologia?

Secondo le statistiche Il 44 % della popolazione adulta lamenta bruciore almeno una volta al mese.

Lo stress può aggravare o contribuire all’insorgere della malattia?

Non è strato pienamente dimostrato ma è verosimile che lo stress, associato a disturbi della motilità gastro-intestinale, renda più difficile lo svuotamento gastrico e di conseguenza indirettamente può favorire il reflusso.

Si può risolvere il problema cambiando stile di vita o è necessario ricorrere ai medicinali?

Le forme più lievi possono essere tranquillamente risolte con corretti accorgimenti alimentari e di stile di vita, altre necessitano obbligatoriamente dei farmaci. E’ innanzitutto fondamentale:

  • Correggere il sovrappeso
  • Abolire il fumo di sigaretta
  • Limitare il consumo di alimenti come tè, caffè, spezie, menta, cioccolato, vino, cibi grassi e fritti, spremute di agrumi, succo di pomodoro e bibite gassate
  • Alzare la testata del letto di 15-20 cm
  • Non coricarsi nel periodo post-prandiale
  • Indossare indumenti non stretti in vita

Correggere il sovrappeso è importante per ridurre gli episodi di reflusso?

Si, correggere il peso è il primo passo da compiere ai fini risolutivi del disturbo. Il sovrappeso, associato generalmente ad un eccessivo deposito grasso a livello addominale, determina un incremento della pressione all’interno dell’addome e comprime lo stomaco favorendo gli episodi di reflusso.

Il fumo di sigaretta accentua il problema del reflusso?

SI, il fumo di sigaretta è sconsigliabile o da evitare in quanto può aumentare sia la secrezione acida che la frequenza degli episodi di reflusso, rilasciando lo sfintere posto tra esofago e stomaco. Lo sfintere esofageo inferiore è infatti una struttura ad anello che funge da barriera contro il reflusso di acido in esofago.

Alzare la testata del letto

Nei soggetti con importante reflusso gastroesofageo, presente soprattutto nel periodo notturno, è consigliabile, in associazione alla terapia medica, alzare la testata del letto per ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi di reflusso.

Indossare indumenti eccessivamente stretti accentua il problema?

Si, gli indumenti stretti come pantaloni, leggins o cinture possono aumentare la pressione all’interno dell’addome e comprimere lo stomaco favorendo gli episodi di reflusso. Dovrebbero pertanto essere evitati.

Non coricarsi nel periodo post-prandiale

Il periodo post-prandiale è generalmente quello in cui avvengono più frequentemente episodi di reflusso. È quindi opportuno evitare di sdraiarsi durante tale periodo per non facilitare il reflusso acido. Conviene aspettare almeno 2 o 3 ore prima di coricarsi.

L’attività fisica allevia la sintomatologia?

Vero. Chi è sedentario e scopre di soffrire di reflusso gastroesofageo deve cominciare a fare attività fisica regolare. Il vantaggio è duplice: da un lato il movimento migliora e velocizza i processi digestivi, evitando il ristagno di acido gastrico nello stomaco per lungo tempo; dall’altro aiuta a perdere i chili in eccesso, che favoriscono l’insorgenza dei sintomi.

Quanto bisogna aspettare per praticare sport dopo aver mangiato?

Come per andare a dormire, almeno 2 ore.

Adottare un corretto regime alimentare per alleviare i disturbi e combattere la malattia è fondamentale e doveroso.

Purtroppo, la maggior parte delle persone con il reflusso non si rivolge subito al medico e al nutrizionista. Ma lo fa solo quando la situazione è già grave. Rivolgersi ad un professionista della salute è, invece, molto importante. Bisogna farlo appena compaiono i primi sintomi, senza aspettare che peggiorino.

Iniziare una dieta anti-reflusso, evitando i cibi che contribuiscono ad aumentare il disturbo. Parliamo naturalmente di cibi grassi, ma anche cibi iperproteici o iperlipidici e bevande alcoliche. Oltre naturalmente ad alimenti piccanti, spezie, pomodoro, cioccolato, zuppe o minestre dense e cremose, cibo da fast food. Cibi poco elaborati, bere molta acqua per diluire gli acidi, mangiare poco e spesso al fine di tamponare la secrezione basale di acidi gastrici, sono tutti fattori che possono aiutare a prevenire la sintomatologia da reflusso gastroesofageo.

Ridurre il volume dei pasti . Non fare pasti abbondanti, ridurre i cibi grassi e mangiare lentamente. La corretta suddivisione in 5 pasti giornalieri anche dei menù è assolutamente fattibile e consigliabile.

Limitare o non assumere:

  • Tè, caffè, menta, pizza, spezie e aromi

Queste sostanze possono aumentare sia la secrezione acida sia la motilità intestinale e possono conseguentemente esacerbare la sintomatologia dispeptica dolorosa. L’effetto delle spezie e degli aromi si esplica attraverso la maggior appetibilità dei cibi che può indurre, attraverso meccanismi nervosi riflessi, un aumento della secrezione acida già prima dell’inizio del pasto con conseguente riversamento del contenuto gastrico all’interno dell’esofago.

  • Menta, cioccolato e alcool.

Menta, cioccolato e vino (soprattutto il vino bianco) contengono sostanze chimiche che riducono la pressione dello sfintere esofageo inferiore, analogamente a quanto già descritto per il fumo di sigaretta. La loro assunzione determina una maggior esposizione all’acido dell’esofago. Talvolta anche l’assunzione di bevande gassate, determinando eruttazioni, favorirebbe il reflusso acido in esofago.

  • Cibi grassi e fritti.

I cibi grassi, in particolare quelli fritti, rallentano lo svuotamento gastrico e andrebbero evitati da chi soffre di digestione lenta o di dolore epigastrico (dolore localizzato a quella parte della pancia compresa tra le arcate costali).

  • Spremute di agrumi e succo di pomodoro.

L’assunzione di spremute e il succo di pomodoro può determinare sensazioni dolorose o bruciore in corrispondenza dell’esofago in individui con esofago sensibile, che già lamentano sintomi di questo tipo.

Quale metodo di cottura si deve preferire? Quale evitare?

Bisogna evitare fondamentalmente la frittura perché può rallentare lo svuotamento gastrico e di conseguenza favorire il reflusso gastroesofageo.

Il vino che si utilizza in cucina nella cottura degli alimenti è ugualmente dannoso?

Meno perché l’alcol evapora.

Terapia convenzionale farmacologica

La diffusione del problema ha definito sul mercato più tipologie di farmaci, che presentano però numerosi effetti collaterali. Andiamo ad approfondirli.

Farmaci antiacidi: sono principalmente Sali di Alluminio, Calcio, Sodio e Magnesio, che reagiscono con l’Acido Cloridrico dello stomaco, neutralizzando l’eccesso di acidità. Sono farmaci sintomatici e quindi non vanno ad agire sulla causa primaria del problema. Presentano effetti collaterali importanti, soprattutto collegati alla presenza dei metalli elencati in precedenza. In particolar modo l’Alluminio, presente quasi sempre nella forma chimica “Alluminio Idrossido”. Esso indebolisce i tessuti del canale digestivo, non permette l’assimilazione di determinate vitamine e nutrienti poiché resi inattivi. Questo meccanismo conduce l’organismo al non utilizzarli. Provoca, inoltre costipazione, disordini intestinali, disturbi dermatologici, sudorazione eccessiva, spasmi e dolori muscolari, perdita di energia. Quando l’assunzione di questo farmaco avviene con continuità, le problematiche si presentano anche a livello osseo, fegato e reni.

Farmaci inibitori della pompa protonica (PPI): sono farmaci che per eccellenza hanno la funzione di prevenire l’ulcera e vengono prescritti in primis per le manifestazioni di bruciore e gastriti. Il loro meccanismo d’azione prevede il blocco irreversibile della pompa protonica, che produce l’acido cloridrico. Questo processo provoca un processo ancora più grave, rappresentato dall’aumento della produzione di gastrina. Nel tempo questo meccanismo produce iperplasia delle cellule del fondo gastrico. Nella sperimentazione animale, è stato dimostrato che, a seguito di questo processo, si ha l’evoluzione in carcinoma gastrico. Questa tipologia di farmaci, inoltre, determina il mancato o l’insufficiente assorbimento di nutrienti, fra cui proteine, vitamine e calcio.

Farmaci H2 Antagonisti: sono molecole che inibiscono la secrezione gastrica basale, notturna e quella stimolata dall’assunzione del cibo. Numerosi sono gli effetti collaterali, fra cui antiandrogenico, causando ginecomastia (crescita del seno negli uomini) ed impotenza. Oltre che effetti collaterali sul Sistema Nervoso Centrale determinando: ansia, panico, confusione mentale, perdita di memoria e tanto altro…

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