Rene Policistico: la dieta povera che tiene puliti i reni
Che cosa è il rene policistico dell’adulto?
Il rene policistico dell’adulto, che si indica anche con la sigla inglese ADPKD, è una delle malattie genetiche più comuni con un’incidenza di 1 su 1000 ed è la principale causa genetica di insufficienza renale dell’adulto.
La caratteristica principale di questa malattia è il formarsi di cisti in entrambi i reni. Le cisti aumentano in numero e dimensioni durante la vita di un individuo fino a causare la perdita totale di funzionalità renale nella metà dei pazienti. Talvolta sono presenti cisti anche in altri organi quali il fegato ed il pancreas.
Quali sono i sintomi del rene policistico?
Il rene policistico è una malattia ad esordio tardivo: in genere i primi segni clinici, rappresentati da dolori lombari, presenza di sangue nelle urine (detta anche micro o macroematuria), comparsa di ipertensione arteriosa, si manifestano tra i 40 e i 50 anni di età. L’età d’insorgenza della malattia, la gravità e il decorso clinico sono tuttavia molto variabili: si ritiene che siano condizionati oltre che da fattori genetici anche da fattori ambientali.
L’alimentazione è importante per i malati di rene policistico?
Seguire una corretta alimentazione è un dovere per chi vuole essere in salute.
Ad oggi, non c’è dieta specifica che migliori la situazione dei reni policistici o impedisca il loro peggioramento. Tuttavia, ci sono delle raccomandazione dietetiche da seguire. Eccone alcune:
- Una delle funzioni del rene è eliminare i prodotti di scarto del corpo. La fonte più importante di tali prodotti di scarto è il cibo che mangiamo, in particolare modo le proteine. Dunque, quando una persona ha perso una parte significativa della funzione renale, è consigliabile sottoporre al soggetto una dieta ipoproteica.
- Evitare grosse quantità di carne rossa può contribuire a proteggere i vostri reni. È una buona abitudine mangiare un hamburger o una piccola bistecca solo due volte la settimana ed inserire nella dieta altre buone fonti di proteine, come pollo, pesce, fagioli e pasta.
- Evitare quantità eccessive di sale, soprattutto quando il medico ha prescritto medicinali per il controllo della pressione sanguigna e quando c’è insufficienza renale. Il problema del sale è strettamente correlato al fatto che la maggior parte della gente ama il suo gusto sapido e che la maggior parte dei cibi confezionati, in scatola, precotti o delle catene di fast-food è ricco di sale. Ricordiamoci infatti che il sale è un conservante. Al contrario la frutta fresca, le verdure varie a cominciare dalla comune e pratica insalata sono delle alternative salutari a tali prodotti e la loro preparazione è più che veloce.
- Bere molta acqua è fondamentale. Quando si bevono molti liquidi si produce più urina. Ciò permette al corpo di eliminare più facilmente i prodotti di scarto. È importante bere molta acqua anche per evitare la disidratazione.
- E’ preferibile evitare o altresì moderare il consumo di bevande a base di caffeina, quali caffè e tè. Recenti prove sperimentali in laboratorio indicano che la caffeina può plausibilmente far sì che le cisti al rene e al fegato si espandano ad una maggiore velocità rispetto al solito, in quanto è noto che la caffeina fa aumentare all’interno delle cellule renali il livello di un composto conosciuto come AMP ciclico. Non esistono, tuttavia, studi clinici che dimostrino, o meno, che la caffeina agisca sulla velocità in base alla quale si dilatano le cisti renali. Ciò malgrado è giusto mettere all’erta i malati circa la possibilità che la caffeina abbia effetti nocivi sui reni policistici.
- Non è stato dimostrato che un uso moderato e/o saltuario di alcool danneggi i reni o il fegato. Tuttavia, si pensa che bere tre o più bicchieri di alcool al giorno aumenti la pressione e possa danneggiare il fegato.
Perché è consigliabile bere tanto e quali acque sono più indicate per chi ha il rene policistico?
Notoriamente il paziente con rene policistico va incontro a due complicanze che ne accelerano la comparsa o la progressione dell’insufficienza renale: le ripetute infezioni del tratto urinario e la formazione di calcoli renali (nota anche come nefrolitiasi e/o nefrocalcinosi). Tali due complicanze beneficiano con un introito liquido medio di 2 litri d’acqua al giorno.
Studi di Di Paolo et al., risalenti al 2000, hanno dimostrato che solo talune acque oligominerali naturali possono avere un effetto depurativo e non tanto un effetto diuretico sul rene ammalato. Si tratta perlopiù di acque naturali ipotoniche con basso tenore in Sodio e Calcio e quindi a basso Residuo Fisso. Il residuo fisso è per definizione la quantità di ceneri di minerali presenti in un litro d’acqua evaporata ed essicata a 180°, esso deve essere inferiore ai 500 mg/l per definire un’acqua oligominerale. Nel caso del Rene Policistico acque con residuo fisso < a 200 mg/l si rivelano molto più efficaci, essendo questa patologia gravato da ipercalciuria e beneficiante di una detersione dal rene fino alle vie urinarie più basse, che solo questo tipo di acque possono garantire.
Come distribuire l’apporto di acqua durante la giornata?
E’ buona norma evitare il carico idrico da 500 ml in mezz’ora per il rischio di scatenamento di coliche renali o emorragie intracistiche da ipoosmosi. E’ corretto conoscere come distribuire l’introito quotidiano di acqua:
- 200ml al mattino, a digiuno, in ortostasi o camminando
- 250 ml un’ora prima dei pasti e due ore dopo i pasti
- 300 ml la sera prima di coricarsi
- 200 ml dopo ogni eventuale minzione notturna.
Tale trattamento é idoneo anche in caso di Insufficienza Renale Cronica fino al 3° stadio K/DOQI , escludendo ovviamente i pazienti in ritenzione idrosalina o franchi edemi.
In ogni caso il basso tenore in Na di alcune acque é un valore aggiunto se c’é ipertensione. Infine, é bene, in presenza di infezioni del tratto urinario preferire acque con nitrati < 10 mg/l.
Quando sospettare il rene policistico?
Un medico viene allertato circa la possibilità dell’ADPKD in tre diverse situazioni: quando qualcuno riferisce che c’è una storia familiare di ADPKD, quando ci sono segni e sintomi che comunemente ricorrono nell’ADPKD, o quando viene eseguito un esame diagnostico per qualche altro motivo e si riscontrano cisti nel rene.
Di norma, esistono principali test clinici, che possono essere usati per diagnosticare il rene policistico in una persona: ecografia, tomografia computerizzata (TAC) o risonanza magnetica (MRI).
L’ecografia è il miglior test di screening per l’ADPKD.
Nei più giovani, le cisti non sono ancora evidenti all’ esame ecografico; pertanto, è opportuno effettuare un particolare test genetico, per conoscere se il gene PKD per la policistina è mutato o meno.
Quali sono le misure di prevenzione?
Fino a quando non si manifestano i primi sintomi, gli individui con rene policistico non necessitano di trattamenti.
Tuttavia, per fronteggiare al meglio i futuri danni renali, è bene effettuare controlli periodici. È consigliato, infatti, eseguire una volta l’anno:
- un esame ecografico dei reni.
- la misurazione della pressione sanguigna.
- esami del sangue.
- un controllo delle funzioni renali.
Rene policistico e Cure
Questa malattia genetica non ha ancora una terapia medica per rallentare o arrestare la sua progressione. Tuttavia, esistono diversi approcci terapeutici utili ad alleviare determinati sintomi, o rallentarne l’ inevitabile progressione. Mantenere, per esempio, la pressione sanguigna entro valori normali, con ACE inibitori e bloccanti, è fondamentale per non peggiorare la salute del paziente e la condizione dei reni.