Dieta e Patologie

Terapia anticoagulante orale e Dieta

COSA SONO GLI ANTICOAGULANTI ORALI?

Gli anticoagulanti orali o dicumarolici (Warfarin- Coumadin e Acenocumarolo- Sintrom) sono farmaci in grado di modificare la capacità di coagulare del sangue, riducendo il rischio della formazione di trombi in pazienti che, per la loro malattia, corrono questo rischio. La coagulazione è un meccanismo di protezione: quando accidentalmente ci procuriamo una ferita il sangue cessa di fuoriuscire grazie all’interazione dei fattori della coagulazione e delle piastrine che formano un “tappo”, il cosiddetto trombo.

A COSA SERVONO?

Servono a mantenere il sangue più fluido così da ridurre il rischio di formazione di trombi e coaguli all’interno dei vasi sanguigni (vene ed arterie).

LA DOSE DI FARMACO E’ UGUALE PER TUTTI?

Ogni paziente richiede una dose personalizzata di farmaco per raggiungere il livello di anticoagulazione adeguato. Dunque, farmaci anticoagulanti non possono essere somministrati a dosi fisse come avviene invece per altri farmaci. Quindi, se da un lato in dosi insufficienti questi farmaci aumentano il rischio nella formazione di trombi, dall’altro le dosi eccessive del farmaco espongono l’individuo ad un aumentato rischio di emorragia. Per valutare l’efficacia del farmaco, è necessario fare riferimento non alla quantità assunta ma ad un esame di laboratorio che misura il tempo che il sangue impiega a coagulare. Tale tempo viene misurato sul sangue tramite un esame chiamato Tempo di Protrombina (TP), che abitualmente troviamo espresso come 5percentuale (attività protrombinica) o come INR.

PERCHE’ SI DEVONO ASSUMERE GLI ANTICOAGULANTI ORALI?

La TAO (Terapia con Anticoagulanti Orali) è utile nelle malattie che possono complicarsi con la formazione di “trombi” o “grumi di sangue” che staccandosi dalla loro sede provocano embolie, o occlusioni, nelle arterie ostacolando la circolazione del sangue con conseguenze molto gravi. Esistono alcune condizioni cliniche che hanno indicazione al trattamento con anticoagulanti orali: valvulopatie, protesi valvolari biologiche, infarto miocardico, sindrome da anticorpi antifosfolipidi e profilassi del tromboembolismo venoso.

QUALI SONO LE INTERAZIONI TRA ANTICOAGULANTE ORALE   E   DIETA?

Mantenendo una dieta regolare molto raramente si hanno alterazioni nella risposta agli anticoagulanti che dipendano dall’alimentazione. Nessun cibo pertanto deve essere considerato “proibito” di per sé. Gli alimenti ricchi di vitamina k ostacolano l’effetto anticoagulante del farmaco; pertanto non vanno completamente allontanati dalla dieta ma consumati in maniera adeguata e, soprattutto, costante nel tempo. La vitamina K è indispensabile ai processi di sintesi di molte delle proteine che sono coinvolte nei processi di coagulazione.

VITAMINA K  IN TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE

La vitamina K appartiene al gruppo delle vitamine liposolubili, insieme alle vitamina D ed E. Esse vengono assorbite insieme ai grassi della dieta, come per esempio i condimenti. Una parte di vitamina K è prodotta dalla flora intestinale, un’altra parte è di origine alimentare. Innanzitutto è bene precisare che la vitamina K di provenienza alimentare non deve essere totalmente eliminata; anzi, la vitamina K deve essere assunta; generalmente viene raccomandato un apporto giornaliero che non superi i 200-300 mcg cercando di evitare variazioni significative che potrebbero essere causa di una fluttuazione del cosiddetto INR. Peraltro, una carenza di vitamina K potrebbe influire in modo negativo sul metabolismo osseo. Si ritiene, infatti, che la vitamina K svolga un ruolo anche nel processo di osteogenesi. Quindi, attenzione alla vitamina K sì, eliminazione della vitamina K no.

Indicazioni pratiche per ridurre il quantitativo di vitamina K:

  • Sbucciare la frutta perché la vitamina K è più concentrata nella buccia.
  • Utilizzare oli meno ricchi di vitamina K (arachidi e mais). Evitare l’olio di soia.
  • Scartare le foglie più esterne dei vegetali che sono più ricche di vitamina K indipendentemente dal terreno di coltivazione e dalla stagione.
  • Attenzione al tè verde che può interferire con l’anticoagulante.
  • Si sconsiglia l’uso di integratori a base di ginseng e ginkgo biloba che possono interferire con l’efficacia dell’ anticoagulante. Anche l’iperico utilizzato come antidepressivo, sia come tisana sia nella forma di estratto secco, può interferire con l’anticoagulante.

INDICAZIONI  NUTRIZIONALI

  • EVITARE quantità incongrue di alcool: vino, birra, superalcolici.
  • EVITARE il prezzemolo, consentito solo come “ornamento”.
  • EVITARE la verza.
  • EVITARE il fegato, come alimento di origine animale, in quanto ricco di vitamina k.
  • ATTENZIONE MASSIMA alle verdure a foglia larga ricche di vitamina K: broccoli, cavoletti, cavolo cappuccio, spinaci, cime di rapa, germogli, lattuga, radicchio. Assumere sempre la stessa quantità di tali alimenti, evitando porzioni superiori ai 100 grammi di alimento a crudo, già privato di tutti gli scarti .
  • PRESTARE ATTENZIONE a piselli, lenticchie, asparagi, semi ed olio di soia, finocchio, avocado, tuorlo d’uovo, burro e maionese. Evitare modifiche importanti nelle quantità.La cottura di tali alimenti riduce significativamente la quantità di vitamina k.
  • PRESTARE ATTENZIONE alle bevande contenenti caffeina (caffè, Red Bull, Coca cola, tè verde, ginger) che possono interferire con l’efficacia del farmaco. Per quanto concerne il tè, è consigliabile lasciare il filtro in infusione per un tempo inferiore a quello riportato sulla confezione.
  • PRESTARE ATTENZIONE ai prodotti a base di erbe (ippocastano, angelica sinensis, artiglio del diavolo, iperico ecc..)
  • PRESTARE ATTENZIONE al consumo di cereali integrali.

Qui di seguito una tabella con indicati alcuni dei cibi più ricchi di vitamina K e quindi da evitare in grandi quantità in chi assume dicumarolici.

ALIMENTO VITAMINA K

(microgrammi x 100 gr. )

ALIMENTO VITAMINA K

(microgrammi x 100 gr. )

Latte intero 1 Cavolfiori 33
Agnello 5,7 Spinaci 108
Petto di pollo 6,7 Lattuga 160
Prosciutto crudo 7,3 Broccoli 33
Triglia 4 Cavolo 34
Tonno fresco 10 Coniglio 4,5
Bel Paese ed analoghi 5 Pollo 4,5
Fontina 5 Cavallo 6,6
Pecorino fresco 5 Bresaola 7,1
Certosino 5 Sogliola 3,8
Ricotta fresca 5 Tonno sott’olio 11
Semolino 3,8 Emmenthal 5
Riso 3,8 Parmigiano 5
Pane 3 Provolone dolce 5
Burro 50 Mozzarella 5
Funghi 6,4 Patate 4
Asparagi 11 Pasta 3,8
Bietola 4 Polenta 3,8
Cetrioli 4 Olio di oliva/mais 50
Fragole 12 Carote 10
Piselli 7 Pomodori 18
Mele 4,6 Fagioli 14
Arance 4 Uovo 25/cadauno

RISCHI TERAPIA ANTICOAGULANTE

Le emorragie

Dal momento che i farmaci anticoagulanti ritardano il normale processo di coagulazione del sangue, è possibile che durante il trattamento compaiano emorragie delle gengive, dal naso o per presenza di emorroidi; possono inoltre formarsi facilmente lividi sulla pelle anche per piccoli traumi. Nel caso si subiscano traumi importanti, è necessario controllare l’INR anche se non ci sono sanguinamenti evidenti: una lesione profonda può causare una emorragia nascosta, pertanto un valore di INR troppo alto in quel momento può essere pericoloso più di quanto non lo sia nelle condizioni abituali.

Gravidanza

Tutti i farmaci anticoagulanti somministrabili per bocca non possono essere utilizzati in gravidanza, in quanto pericolosi per il bambino perché passano la barriera placentare. E’ necessario perciò che le donne in età fertile evitino una gravidanza mentre assumono questa terapia. Qualora si desideri una gravidanza si devono sostituire i farmaci anticoagulanti con l’eparina con iniezioni sottocute 2-3 volte al di’. Questo trattamento non è pericoloso e va protratto fino al parto. Le donne in trattamento con anticoagulanti orali possono invece allattare, senza che questo provochi alcun rischio per il bambino.

In conclusione, i cibi da tenere sotto controllo sono soprattutto le verdure. Non si deve diminuire o aumentare la verdura, bisogna semplicemente consumarne una quantità costante. Quando si intende variare in maniera significativa la propria dieta o prima ancora di iniziarla è opportuno sospendere l’assunzione di integratori vari quali: multivitaminici, vitamina k, glucosammina, ginseng, tè verde, aglio, semi di lino, ginkgo biloba, coenzima q10, gambo d’ananas. L’informazione e l’educazione del paziente e della famiglia è il passo decisivo per una corretta terapia.

 

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