Dieta e Patologie

Calcoli renali: quali cibi assumere e quali evitare …

Cosa sono i calcoli?  

I calcoli biliari  sono delle formazioni solide, spesso di colesterolo, che si trovano all’interno della colecisti e che, se ostruiscono il dotto biliare, possono causare coliche. I calcoli biliari non sono tutti uguali è possibile, infatti, distinguere 2 tipologie principali:

  1. calcoli biliari a base di colesterolo per circa il 75-80% dei casi
  2. calcoli biliari a base mista o pigmentata per circa il 20% dei casi (bilirubinati di calcio, carbonati e fosfati di calcio)

Possono essere tutti di dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro, all’interno della stessa colecisti (o cistifellea).

Quali sono le cause più comuni della formazione dei calcoli?

Tra le cause più frequenti concernenti la formazione dei calcoli (colelitiasi) ricordiamo:

  • Diabete di tipo II e il sovrappeso, condizioni peraltro associate a diete ricche di grassi e colesterolo, povere di fibre che aumentano il rischio di calcolosi dal momento che l’incremento del colesterolo nella bile riduce la frequenza di svuotamento della cistifellea.
  • Diete veloci, fortemente ipocaloriche, che hanno indotto una repentina ed importante perdita di peso in  pochissimo tempo, in quanto durante i periodi di digiuno o di dimagrimento rapido il fegato secerne più colesterolo nella bile, e quindi si possono formare i calcoli. In questi casi, inoltre, la cistifellea non si svuota regolarmente.
  • Età. Gli over 60 sono più a rischio rispetto alle persone più giovani. Invecchiando, l’organismo tende a secernere più colesterolo nella bile. Le persone più comunemente colpite sono le donne intorno ai 40 anni, ma è abbastanza diffusa anche in età più giovane e tra gli uomini.
  • Predisposizione genetica

Nella maggior parte dei casi la malattia è asintomatica, a volte può causare dolore (“colica”) a causa dell’ostruzione del dotto biliare. Vi ricordo che la bile è un liquido prodotto dal fegato, immagazzinato nella colecisti (o cistifellea), che svolge un ruolo essenziale per l’assimilazione dei grassi ingeriti con la dieta;infatti i composti che formano la bile  funzionano da emulsionanti,in altre parole, interagiscono con i grassi e aiutano l’intestino ad assorbirli. È quindi fondamentale avere una produzione di bile sufficiente in modo da poter assimilare il giusto apporto di questo tipo di macronutriente che, se non assimilato, può indurre diarrea e diminuire di molto l’apporto energetico della dieta.

Raccomandazioni Nutrizionali e Comportamentali 

  • In presenza di sovrappeso o obesità, ridurre gradualmente il peso con una dieta ipocalorica ed equilibrata.
  • Evitare le diete fai da te. Un calo di peso troppo veloce può determinare la comparsa di calcoli biliari ed, inoltre, un regime dietetico troppo ristretto impedisce una buona compliance ed aumenta il rischio di recuperare il peso perso con “gli interessi”.
  • Fare pasti piccoli e numerosi nel corso della giornata per migliorare la motilità della colecisti, frazionando nel tempo l’escrezione della bile e riducendo il rischio di sovrasaturazione e deposito di colesterolo della bile.
  • Assicurare una buona idratazione: bere almeno 1,5 l d’acqua al giorno è fondamentale.
  • Aumentare il consumo di frutta e verdura in modo da facilitare la motilità intestinale e velocizzare quindi il passaggio del cibo nell’intestino.
  • Limitare il consumo di bevande e alimenti dolci o troppo elaborati, privilegiando una alimentazione a basso tenore di grassi.
  • Prediligere cotture e preparazioni semplici come la cottura al vapore, ai ferri, alla griglia, alla piastra, al forno, al cartoccio o piatti principalmente brodosi.
  • Rendere lo stile di vita più attivo, rinunciando alla sedentarietà. Andare al lavoro a piedi, in bicicletta o parcheggiare lontano, limitare l’uso dell’ascensore e fare le scale a piedi sono tutte delle ottime strategie per essere più attivi.
  • Si consiglia sempre l’attività fisica, che anche sotto forma di camminata a passo svelto, svolta costantemente almeno 30 minuti al giorno, contribuisce ad abbassare il rischio di colelitiasi.

Quali alimenti prediligere e quali limitare?   

Alimenti Vietati

Alimenti consentiti con Moderazione

Alimenti Consigliati o Concessi

Alcolici e superalcolici

Latte intero.

Bevande zuccherate.

Grassi animali: burro, lardo, strutto, panna.

Salse con panna, sughi cotti già pronti con abbondanti quantità di olio e/o margarina.

Maionese e altre salse o creme elaborate

Brodo di carne, estratti per brodo, estratti di carne, minestre già pronte con tali ingredienti.

Insaccati: mortadella, salame, salsiccia, pancetta, coppa, ciccioli, cotechino, zampone, ecc..

Pesci grassi e frutti di mare.

Carni grasse, affumicate, marinate e salate. Selvaggina e frattaglie.

Formaggi piccanti e fermentati ad alta stagionatura.

Grasso visibile di carni e affettati.

Cibi da fast-food ricchi di grassi idrogenati (trans), presenti anche in molti prodotti preparati industrialmente, e piatti già pronti.

Dolci quali torte, pasticcini, gelati, budini. In particolar modo quelli farciti con creme.

Sale. E’ buona regola ridurre quello aggiunto alle pietanze durante e dopo la cottura e limitare il consumo di alimenti che naturalmente ne contengono elevate quantità (alimenti in scatola o salamoia, dadi ed estratti di carne, salse tipo soia).

Oli vegetali polinsaturi o monoinsaturi come l’olio extravergine d’oliva, l’olio di riso o gli oli monoseme: soia, girasole, mais, arachidi (per il loro potere calorico controllare il consumo dosandoli con il cucchiaio).

Uova.

frutta secca e olive (per l’altissima percentuale di grassi, anche se di buona qualità),

Cusca, pasta, pane, riso e cereali in genere (orzo, farro, cuscus, bulgur…), soprattutto integrali,

cornflakes per la prima colazione

frutta e verdura fresca di stagione, variando i colori per favorire un idoneo introito di vitamine e sali minerali

latte e yogurt parzialmente o totalmente scremati,

carne magra, privata del grasso visibile,

formaggi con moderazione per 1-2 volte a settimana affettati sgrassati (prosciutto crudo, prosciutto cotto, speck, bresaola, affettato di tacchino/pollo, privati del grasso visibile per 1-2 volte a settimana,

olio extravergine d’oliva

Acqua, almeno 1,5 litri al giorno da distribuire durante l’arco della giornata.

E le uova creano problemi?

Per quanto concerne la presenza di uova nella dieta di chi soffre di calcoli alla colecisti, il loro consumo nella dieta è tuttora controverso.

Un rosso d’uovo fresco del peso di circa 20 grammi, oltre a circa 250 milligrammi di colesterolo (fattore favorente la calcolosi), contiene anche circa 1,3 grammi di lecitina (fattore protettivo), un composto che, secondo sperimentazioni condotte da alcuni ricercatori del Dipartimento di Nutrizione Umana dell’Università del Kansas, è in grado di far diminuire l’assorbimento di colesterolo. Tale effetto positivo è dovuto, a quanto pare, agli acidi grassi saturi che compongono la lecitina dell’uovo. Dal punto di vista chimico, la lecitina è, in generale, un fosfolipide che ha la capacità di legare fra loro liquidi e grassi creando un’emulsione. Esistono sia lecitine di origine vegetale, come quella di soia, oppure derivate dalle arachidi e dal mais, ma anche lecitine di origine animale, tratte appunto dalle uova; tutte possono essere quindi impiegate per la sostituzione delle uova nelle molteplici preparazioni culinarie.

Circa gli effetti dell’uovo sulla salute umana, va considerato che si tratta di un alimento costituito da sostanze (colina, metionina e fosfolipidi) dotate di azione protettiva per la cellula epatica, che garantiscono la rigenerazione delle cellule del tessuto favorendo lo svuotamento della cistifellea (la colina in articolare) e quindi il deflusso biliare. Il preconcetto, invece, secondo cui le uova farebbero male al fegato nasce da un equivoco che è quello legato alla proprietà che il tuorlo d’uovo ha di far contrarre la cistifellea che in persone affette da calcoli può  divenire un processo doloroso, favorendo l’insorgenza di una colica, motivo per cui nasce il timore del danno al fegato indotto dal consumo di uova. Naturalmente per i suddetti soggetti, il consumo di uovo nella dieta deve essere equilibrata, senza eccessi, esse non dovranno essere né fritte, né emulsionate in salse come la maionese, ma cucinate in modo leggero per non appesantire il lavoro del fegato.

Rimedi naturali e cure omeopatiche

Dal momento che i calcoli alla colecisti possono causare dolore e difficoltà digestive, diverse sono le piante medicinali che possono aiutare ad eliminare tali sintomi ed anche a prevenire il deposito e la formazione dei cristalli.

  • Il Tarassaco: un disintossicante epatico non solo stimola la produzione di bile, ma aiuta il suo passaggio dal fegato all’intestino ed è pertanto indicato per prevenire la formazione di calcoli. Può essere assunto sotto forma di decotto ottenuto con polvere di radici in quantità di 1/2 mg al giorno.
  • La menta piperita è utile a sciogliere i calcoli grazie al mentolo contenuto nelle foglie.
  • Il carciofo è ricco di cinarina, sostanza che regola la quantità di bile e vitamine è coleretico e protettivo del fegato ed inoltre regola la quantità di colesterolo.

 

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