Ortoressia: quando la scelta di mangiare sano fa ammalare
L’ortoressia (dal greco orthos “corretto” e orexis “appetito”) è oggi definita come una forma di attenzione sproporzionata verso le regole alimentari, la scelta del cibo e le sue caratteristiche. L’ossessione per il mangiare sano, fu descritta per la prima volta dalle riflessioni e dall’autodiagnosi di Steven Bratman, un medico statunitense esperto nelle scienze alimentari.
Le cause portanti di questa presunta malattia della psiche sono da ricercarsi nei ritmi di vita imposti e talvolta forzati della società moderna e dai canoni di bellezza.
Esiste una chiara differenza tra l’ortoressia e le altre forme più conosciute di disturbo del comportamento alimentare (anoressia e bulimia nervosa). Mentre, infatti, nell’anoressia-bulimia tutte le attenzioni dell’individuo sono poste sulla quantità di cibo e sulle sue conseguenze in termini di estetica, peso sulla bilancia e forme del corpo nell’ortoressia, al contrario, tutte le preoccupazioni sono focalizzate principalmente sulla qualità del cibo, sul rischio di contaminazione, sulla minaccia che sia sporco, non sano, impuro, fino alla vera e propria mania di persecuzione, in virtù della quale qualcuno volesse arrivare perfino ad avvelenare il soggetto. L’ortoressia è un disturbo che affonda le sue radici nella sfera psicologica del soggetto coinvolto sicché:
- l’ortoressico è convinto che il proprio stato di salute dipende solo dalla qualità dell’alimentazione e in tal modo, crea pertanto una serie di regole alimentari estremamente rigide che, se trasgredite, comportano un senso di colpa molto forte;
- l’ortoressico trascorre molto tempo, fino alle tre ore al giorno, anche se non consecutive, a pensare al cibo, ovvero programma la giornata e le giornate seguenti in base all’alimentazione;
- l’ortoressico è fortemente severo con sé stesso soprattutto se non riesce ad alimentarsi correttamente.
L’ortoressia è, dunque, anche un problema sociale per il soggetto coinvolto poiché:
- l’ortoressico cambia di volta in volta stile di vita, precipitando in un vortice circolare di insoddisfazione che alimenta il problema stesso;
- in alternativa, l’ortoressico si isola in un proprio stile standardizzato e dettato esclusivamente da regole precise e imprescindibili, preservando se stesso e le sue scelte da chi non arriva a comprenderle, da chi non condivide in pieno le sue idee o ancora da chi le contraddice.
L’ortoressia diventa, in tal senso, un pericolo ancor più oneroso laddove venga applicata come rigida condotta alimentare ai bambini, causando loro malnutrizione, fiacchezza, frustrazione, impedendogli di vivere con serenità il rapporto col cibo e col gusto anche nei momenti di condivisione con i coetanei in cui sono presenti cibi non contemplati dall’ortoressico. Si potrebbe a mio parere parlare, senza ombra di dubbio, di vere e proprie diete ortoressiche, quali la dieta crudista, la dieta macrobiotica in associazione con tutte quelle che presentano come comune denominatore una iperselezione degli alimenti che finisce per essere pericolosa nell’educazione alimentare.
Come individuare l’ortoressico? Esistono determinati test che possono farci capire se una persona sta percorrendo la strada dell’ortoressia o meno.
A tale proposito, mi preme fortemente sottolineare a tutti i lettori che i presenti test, di seguito inseriti, non devono essere in tale sede intesi come momenti critici di arbitraria autodiagnosi, quanto piuttosto come un momento personale ed intimo di scrupolosa ed oculata riflessione.
Test di Bratman
Secondo il seguente test ideato da Steve Bratman, una risposta affermativa a più di quattro domande classifica il soggetto all’inizio della patologia ortoressica, sino a un livello maniacale nel caso di tutte le risposte positive:
- Spendi più di 2 ore al giorno riflettendo sulla tua alimentazione?
- Pianifichi i tuoi pasti diversi giorni prima?
- La possibilità che i cibi che assumi ti facciano ingrassare è sempre più importante del piacere di mangiarli?
- Lo stato di ansia nella tua vita è aumentata da quando hai riflettuto sulla tua alimentazione?
- Sei diventato più severo con te stesso nei confronti del tuo comportamento quotidiano e alimentare?
- La tua autostima aumenta quando ti alimenti in modo corretto?
- Hai eliminato radicalmente diversi cibi che ti piacevano in favore di cibi più salutari?
- Ti riesce più difficile mangiare fuori casa, in ristoranti diversi?
- Ti senti in colpa quando non mangi in modo corretto?
- Ti senti in pace con te stesso e in pieno controllo quando mangi in modo corretto?
La persona che si riconosce in questa patologia dovrebbe rivolgersi ad uno piscoterapeura e ad un dietologo del sistema sanitario.
Test ORTO -15
Questo test è stato approntato e validato sulla popolazione italiana con il supporto della Facoltà di Scienze Alimentari dell’Università di Roma e dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino. ll test è composto da 15 item a scelta multipla a cui bisogna rispondere con sempre, spesso, mai, a volte.
“Sempre” equivale a punteggio 4
“Spesso” equivale a punteggio 3
“Mai” equivale a punteggio 2
“A volte” equivale a punteggio 1
- Quando mangi presti attenzione alle calorie del cibo?
- Quando vai al supermercato ti senti confuso?
- Negli ultimi tre mesi il cibo ti ha preoccupato?
- Le scelte del cibo sono condizionate dalla tua paura circa lo stato di salute?
- Quando scegli il cibo, il gusto è più importante della qualità?
- Sei disposto a spendere di più per avere un cibo salutare?
- Il pensiero del cibo ti preoccupa per più di 3 ore al giorno?
- Ti neghi qualche trasgressione alimentare?
- Gli stati affettivi incidono sul tuo comportamento alimentare?
- Mangiare solo cibo salutare accresce la tua autostima?
- Mangiare solo cibo salutare cambia il tuo stile di vita (ad esempio riduce la frequenza delle cene al ristorante con amici)?
- Pensi che mangiare cibo salutare migliori il tuo aspetto?
- Ti senti colpevole quando trasgredisci?
- Pensi che in un supermercato ci sono anche cibi non salutari?
- Sei solo quando mangi?
Un punteggio complessivo di 40 o più segnala ortoressia. Il problema è tanto più grave quanto più il punteggio si approssima a 60.
Un punteggio inferiore a 40 ottenuto con una prevalenza di “mai” indica la possibile presenza del problema opposto, ossia una disattenzione eccessiva e potenzialmente pericolosa per la propria alimentazione.
La persona che si riconosce in questa patologia dovrebbe certamente rivolgersi ad un nutrizionista…