Trucchi per essere in forma

Fame: il tuo bisogno di cibo è reale oppure è una “fame emotiva”?

Cari lettori del web, oggi parliamo della Fame. Dopo svariate e ripetute occasioni, ho riscontrato che non tutti noi, soggetti normopesi e non, sappiamo distinguere una fame per così dire reale, autentica da una fame emotiva. Oggigiorno, troppo spesso, si ricorre ad un abuso eccessivo del cibo, iperalimentandoci, e questo errore coinvolge soggetti di entrambi i sessi e di tutte le età, tanto che si parla addirittura di “comfort food”, una tipologia di cibo solitamente grasso o dolce, assunto per calmarsi, per consolarsi da una delusione, per scaricare la rabbia o spegnere il disagio emotivo.

Il cibo può alleviare i nostri disagi: depressione, solitudine, nervosismo?

Frequentemente ci si avvicina al cibo essenzialmente per alleviare un disagio interno, la noia, la rabbia, la solitudine. In effetti è pratica comune il ricorso al cibo in veste di ansiolitico, antidepressivo o come un superficiale compagno nei momenti di solitudine: questa è la cosiddetta fame emotiva. Imparare a riconoscere una fame di tipo “emotiva” da una di tipo “fisiologica” è un ottimo punto di partenza ed un valido aiuto per mettere in pratica quelle che sono le norme per una corretta e sana alimentazione.

La fame emotiva potrebbe essere fatta risalire all’epoca infantile, in cui la madre non distingue se il pianto del bambino è causato dalla fame o da un altro disagio, e sopperisce a questo malessere non ancora identificato, porgendo al figlio il seno o il biberon. Perfino chi sperimenta la fame da tristezza trova conforto nel cibo. Qualunque evento spiacevole, pertanto, può innescare un tale circolo vizioso.
Il consiglio in tali circostanze può risultare banale, ma è essenziale ribadirlo: la noia, la mancanza di impegni, l’ozio e l’inattività non vanno interrotti con il ricorso all’abuso alimentare; questa dinamica, purtroppo,si svolge con una certa frequenza tra le mura domestiche.
Per evitare questo meccanismo, quindi, è indispensabile imparare a distinguere ciò che è definita fame emotiva dalla fame fisica.

Che cos’è la Fame Fisica? 

  • Compare ed aumenta lentamente
  • E’ tollerabile, trascurabile e soprattutto controllabile
  • E’ dettata da un bisogno fisiologico del nostro organismo di introdurre energia
  • Viene placata da un qualunque alimento, anche da una “banalissima” carota, un finocchio o da una fetta di pane raffermo
  • Non induce sensi di colpo in colui che mangia

Che cos’è la Fame Emotiva?

  • Compare improvvisamente, in maniera forviante
  • Ha bisogno di essere immediatamente placata con l’ingestione di un particolare alimento che si considera consolatorio (cioccolata, pane e nutella, patatine, dolci, ecc..)
  • Deriva da un bisogno esclusivamente psicologico e mentale del soggetto
  • E’ più difficile da placare, in quanto persiste fino all’esaurimento della fonte emotiva che l’ha scatenata.

Le eccessive restrizioni dietetiche possono scatenare “attacchi di fame emotiva”?  

Si, la fame di tipo emotiva è nella maggior parte dei casi una diretta conseguenza di restrizioni dietetiche, al seguito di diete ipocaloriche, o comunque di ripetute privazioni di quegli alimenti, da noi considerati più gustosi. In tali circostanze, benefico ed efficace è il supporto di un nutrizionista, al fine di identificare e riconoscere il proprio modello di alimentazione. Il sostegno offerto al soggetto in osservazione permetterà in questo modo di intervenire e correggere quei comportamenti talvolta disfunzionali, messi in pratica per sopperire ad uno stato di malessere interiore.

Come fronteggiare a tavola gli attacchi di fame emotiva?

Se non sappiamo come gestire le nostre emozioni in un modo che non coinvolge il cibo, non saremo in grado di controllare le nostre abitudini alimentari per molto tempo. Difatti, le diete spesso falliscono perché offrono consigli nutrizionali logici; tuttavia in molti casi per fermare il mangiare emotivo e l’attaccamento al Comfort Food, bisogna trovare altri modi che ci si soddisfino emotivamente. Non è quindi unicamente sufficiente capire il ciclo del mangiare emotivo. Vediamo, dunque, cosa fare:

-Se ci sentiamo depressi o soli, chiamare e/o uscire con qualcuno che ci fa sempre sentire meglio, giocare con il nostro cane o gatto, o guardare una foto o ricordo caro.
– Se ci sentiamo ansiosi, impieghiamo la nostra energia ballando la nostra canzone preferita, comprimendo una palla anti-stress, o facendo una camminata veloce.
– Se ci sentiamo esausti, concediamoci una tazza di tè calda, facciamo un bagno caldo, accendiamo delle candele profumate, o avvolgiamoci in una coperta calda.
– Se ci sentiamo annoiati, leggiamo un buon libro, guardiamo uno spettacolo comico, esploriamo la vita all’aperto, o facciamo un’attività che ci piace (andare in palestra, lavorare il legno, suonare la chitarra, fare shopping, ecc).

Voglia di dolce, come placarla se sei a dieta?

Al termine di lunghe giornate impegnative, dopo cena, arriva puntuale una voglia spropositata di dolce e, sebbene tu riesca a resistere a quel desiderio in altri momenti della giornata, in quel momento rinunciarci è davvero difficoltoso. Una brioche, un pezzetto di cioccolata, un biscotto, un gelato o una merendina e mandi all’aria tutti i buoni propositi della giornata, vanificando tutti gli sforzi fatti. Come fare per osteggiare questa voglia di dolce? È bene non negarsela, ma bilanciare gli zuccheri del dolce extra con un po’ di grassi e proteine, per limitare le conseguenze negative. Due biscotti integrali con farina d’avena e un vasetto di yogurt greco, una fetta di pane di segale con ricotta e un cucchiaino di miele, un bicchiere di latte di mandorle tiepido con un cucchiaino di crusca, uno di cacao amaro e un pizzico di cannella: sono tutte soluzioni che placano la voglia di dolce senza pesare troppo sulla digestione e sulla silhouette…

Buona e sana alimentazione a Tutti…

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