Diabete

Il ruolo dell’insulina

Il compito principale dell’insulina è quella di permettere l’ingresso di zucchero ( o glucosio) nelle cellule. Senza l’insulina, il glucosio resta in circolo aumentando sempre più il livello della glicemia e privando le cellule della loro fonte primaria di energia. L’organismo, dunque,non può sopravvivere in assenza di insulina.

Come avviene la secrezione di insulina?

Normalmente il pancreas non produce insulina in maniera costante, bensì in quantità differenti, sostanzialmente in relazione con i pasti:

  • Dopo un pasto ricco di carboidrati, la glicemia aumenta e il pancreas libera rapidamente insulina (picco insulinemico post-prandiale), che riporta la concentrazione del glucosio a livelli di normalità. Il picco raggiunto è tanto più consistente quanto maggiori sono la quantità di zuccheri introdotta e la velocità del loro assorbimento (carico glicemico), mentre la presenza di fibra alimentare, rallentando l’assimilazione intestinale dei nutrienti, limita il picco di insulina. Una volta soddisfatta la richiesta energetica delle cellule dell’organismo, l’incremento di insulina stimola la conversione del glucosio in eccesso in depositi di glicogeno, in particolare a livello del fegato e dei muscoli.
  • Situazione normale di riposo (basale). Appena la glicemia comincia a diminuire, la secrezione di insulina si riduce rapidamente, tornando a valori simili a quelli del digiuno dopo 2 o 3 ore dall’assunzione del pasto.
  • Breve periodo di digiuno. La produzione di insulina rimane a valori di base, senza picchi, nel digiuno notturno. A un certo punto, il calo della glicemia stimola le cellule alfa del pancreas a produrre glucagone, che provoca la conversione del glicogeno in glucosio e la liberazione di questo nel sangue. La richiesta minima di glucosio è pertanto assicurata dalle riserve di glicogeno. Il cervello riceve un segnale e lo traduce in sensazione di fame.
  • Digiuno prolungato. Quando il digiuno perdura, le riserve di glicogeno dell’organismo si assottigliano gradualmente. La secrezione di glucagone è massima e aumentano altri ormoni (adrenalina, cortisolo) che innescano ulteriori meccanismi di approvvigionamento di glucosio. Esaurite le riserve di glicogeno, l’organismo attinge energia dai lipidi (attraverso la lipolisi) e utilizza gli aminoacidi ottenuti dalla degradazione delle proteine per produrre glucosio (gluconeogenesi).
  • Sovralimentazione. In risposta all’eccessiva assunzione di cibo, soprattutto di alimenti ad alto contenuto di zuccheri, la produzione di insulina è intensamente e costantemente stimolata. L’organismo non ha modo di eliminare il glucosio, può solo utilizzarlo o accumularlo, quindi, una volta soddisfatte le richieste energetiche e saturate le riserve di glicogeno, il glucosio è convertito in un deposito energetico alternativo, ossia in acidi grassi, accumulati nel tessuto adiposo (grasso) sotto forma di trigliceridi. Questo processo conduce nel tempo a un incremento del peso corporeo.
  • Sovralimentazione prolungata. Se si persiste nell’eccedere con il cibo, la produzione di insulina si mantiene a livelli costantemente elevati (iperinsulinismo), ma nel tempo le cellule dell’organismo perdono gradualmente la loro sensibilità all’insulina (insulino-resistenza) e ciò si traduce in un aumento permanente dei livelli di glucosio nel sangue. Questa condizione si verifica spesso nei soggetti obesi: anche se non tutti i soggetti obesi sono insulino-resistenti e non tutti quelli insulino-resistenti sono obesi, è accertato che tra obesità e alti livelli di insulina circolante esiste una stretta correlazione e che l’eccesso ponderale riduce la sensibilità dei tessuti periferici all’insulina.

Come l’insulina svolge il suo compito?

L’effetto dell’insulina si realizza mediante il suo legame con particolari strutture presenti sulla parete delle cellule chiamate recettori. In assenza di insulina, tutte le cellule dell’organismo (ad eccezione di quelle del cervello e del fegato) sono impermeabili al glucosio, ossia mantengono chiuse le “porte” di ingresso a tale sostanza; il legame dell’insulina con i recettori costituisce il segnale per la cellula di aprire le proprie “porte” al glucosio.

Chi fa la terapia insulinica?

Nella pratica clinica la terapia insulinica è il principale trattamento per il diabete di tipo 1, mentre può essere usata nel diabete di tipo 2 qualora il controllo della malattia non sia adeguato o possibile con la dieta e i farmaci antidiabetici orali.

Come viene somministrata l’insulina?

In genere l’insulina viene somministrata sottocute:
– sull’addome a una distanza di almeno 2-3 centimetri dall’ombelico;
– nel braccio tra il gomito e la spalla sul lato esterno;
– sulle cosce nella parte anteriore o laterale;
– nei glutei (quadrante superiore).

L’insulina è inattivata a livello gastrointestinale da alcuni enzimi, per questo non può essere assunta per os, ma deve essere iniettata. Dunque per garantire un assorbimento costante del farmaco l’iniezione deve essere fatta per via sottocutanea.

Da cosa dipende la somministrazione di insulina?

Il numero di somministrazioni e la frequenza delle iniezioni dipende da diversi fattori tra i quali:
– il tipo di insulina somministrata;
– il tipo di alimentazione della persona e la quantità di cibo assunto;
– lo stile di vita della persona e in particolare se pratica attività fisica e con quale frequenza.

Quali sono i tipi di insulina disponibili in commercio?

Le preparazioni in commercio sono principalmente di 3 tipi:
– a breve durata d’azione (insulina solubile umana e analoghi dell’insulina umana lispro e aspart);
– a durata d’azione intermedia (insulina isofano umana NPH);
– a lunga durata d’azione (insulina zinco cristallina e analoghi dell’insulina umana glargine e detemir).
I diversi tipi di insulina hanno proprietà farmacologiche diverse.

  • L’insulina a breve durata d’azione (rapida o regolare) è utilizzata nella terapia quotidiana del diabete insulino dipendente (di tipo 1) e viene assunta prima dei pasti oppure in associazione con l’insulina a durata d’azione intermedia. La differenza tra insulina solubile umana e analoghi dell’insulina consiste in una cinetica di azione più fisiologica da parte degli analoghi che, rispetto all’insulina solubile, hanno un inizio più veloce, una durata d’azione più breve, migliorano il picco iperglicemico post prandiale e riducono gli episodi di ipoglicemia tardiva.
  • L’insulina a durata d’azione intermedia (insulina isofano NPH) ha effetto dopo circa 2 ore, con un picco tra le 4 e le 8 ore e una durata d’azione tra le 14 e le 16 ore. Di solito è somministrata 2 volte al giorno.
  • Le insuline a lunga durata d’azione hanno la caratteristica di rimanere in circolo anche più di 24 ore.Tra le insuline a lunga durata d’azione ci sono:

– l’insulina zinco cristallina;
– gli analoghi dell’insulina umana (glargine e detemir).
L’insulina zinco cristallina inizia l’effetto dopo 2-4 ore dalla somministrazione sottocutanea e ha un picco d’azione dopo circa 6-10 ore, esaurendosi dopo circa 16-30 ore. Queste insuline iniziano ad avere un effetto entro circa 2 ore dalla somministrazione e lo mantengono in modo quasi costante mimando la cinetica fisiologica di secrezione dell’insulina. Gli analoghi dell’insulina umana a lunga durata d’azione sono somministrati per via sottocutanea una o 2 volte al giorno e hanno il vantaggio di ridurre le escursioni in senso iper o ipoglicemico.

Che cos’è Lantus?

L’insulina Lantus è una soluzione contenente il principio attivo insulina glargina. È disponibile in flaconcini, cartucce e penne preriempite usa e getta. Ad ogni iniezione è opportuno variare il sito di iniezione per evitare modifiche della pelle (quali l’ispessimento) che possono essere all’origine di una minore attività dell’insulina rispetto alle previsioni. Lantus viene somministrato una volta al giorno a qualsiasi ora, ma alla stessa ora ogni giorno. Nei bambini ciò dovrebbe avvenire la sera. Nei pazienti con diabete non insulinodipendente (diabete di tipo 2), Lantus può essere somministrato anche insieme a medicinali antidiabetici assunti per bocca

Insulina e Doping

L’insulina non è utilizzata per soli scopi terapeutici, ma anche per fini dopanti; l’insulina è infatti dotata di notevole azione anabolizzante, stimolando la sintesi delle proteine, si oppone al catabolismo muscolare e favorisce il recupero.

Nella stragrande maggioranza dei casi l’insulina viene assunta in associazione a steroidi anabolizzanti  o insieme ad altre sostanze che favoriscono comunque l’anabolismo.

L’insulina è una sostanza “apprezzata” sia dagli sportivi di potenza sia da quelli di resistenza; essa infatti, oltre a permettere un rapido ripristino delle riserve di glicogeno, sia a livello epatico sia a livello muscolare, consente di innalzare l’introito di acidi grassi; ciò potrebbe sembrare uno svantaggio, ma in un atleta di resistenza il ripristino delle scorte adipose è comunque una risorsa.  Nonostante questi “vantaggi”, l’uso di insulina per il miglioramento della performance è da considerarsi del tutto sconsiderato. Un utilizzo scorretto di insulina può avere infatti effetti devastanti, addirittura fatali.

Tra i vari effetti collaterali derivanti da un utilizzo improprio di questo ormone vi sono l’anemia emolitica, disturbi cardiocircolatori, problemi a livello epatico e ritenzione di liquidi; inoltre, la tendenza a utilizzare l’insulina in associazione ad altre sostanze a effetto dopante può contribuire ad aggravare in modo notevole la situazione.

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