Dieta e Patologie

Cistite: cosa mangiare e come comportarsi per promuovere il benessere delle vie urinarie

Il bruciore alla minzione, il bisogno di urinare frequentemente, oppure l’urgenza di dover fare pipì in assenza di perdite vaginali, sono i sintomi che preannunciano che qualche cosa non va a livello dell’apparato urinario. Le infezioni urinarie sono per lo più una patologia in rosa. Almeno il 50-60% della popolazione femminile è destinata a sperimentare la problematica nell’arco della vita, con un picco di incidenza principalmente fra i 16 e i 35 anni.

Alla luce dei tanti studi nutrizionali e sperimentazioni dietetiche, oggi conosciamo tanti trucchi per sconfiggere la cistite anche a tavola; la protezione dell’apparato urinario la si attua, infatti, avendo cura di “idratare” e “acidificare” correttamente la dieta. Ecco, di seguito, tutte le avvertenze da non dimenticare.

Bere almeno 2-3 litri d’acqua al giorno. Utilissimo anche il succo di mirtilli e le tisane al timo

Almeno 2-3 litri di acqua fresca al giorno sono essenziali per favorire l’eliminazione dei batteri, responsabili della cistite. Possiamo poi associare all’acqua del succo biologico puro di mirtillo rosso in misura di circa 500 ml al dì. Per chi gradisce una tazza di infuso di timo, disinfettante delle vie urinarie, può integrare i tre litri di liquidi necessari.

Quali sono i cibi irritanti da evitare?

Eliminare o ridurre in maniera assoluta almeno nel periodo acuto:

  • Il piccante: quindi peperoncino, pepe, spezie, cibi speziati e formaggi piccanti perché possono agire come irritanti della vescica.
  • Alcool, caffeina e teina: i superalcolici e alcolici possono stimolare le mucose dell’organismo, vescica compresa. No anche a caffè, tè, cola che contengono sostanze nervine.
  • Dolci: sono da evitare i dolci in generale, come cioccolato, gelati, caramelle poiché gli zuccheri semplici facilitano la crescita batterica, ma anche le bevande zuccherine come acqua tonica, tè freddo, succhi di frutta per l’apporto di zucchero nascosto, ed in particolare quello d’agrumi e fragole che contengono vitamina C. Non sono indicati neppure i dolcificanti artificiali in pastiglie o contenuti in alcuni yogurt, marmellate, prodotti da forno e bibite.
  • Condimenti e salse: sono da evitare i grassi come burro, lardo, margarine e altri alimenti che possono rallentare la digestione (intingoli, fritture, ecc.). Fra le salse soprattutto maionese, ketchup e senape.
  • Carni e pesce in scatola ed insaccati.

Via libera agli antisettici naturali: un mix di benefici

Fra gli alimenti consigliati vi sono in particolar modo:

  • Mirtilli, ribes e frutti di bosco, i quali sono ricchi in vitamina C e rinforzano le vie urinarie, in quanto sono ad effetto acidificante, e il sistema immunitario. Garantire un regime alimentare con elevato residuo acido è importante per due ragione: in primo luogo aiuta a diminuire il pH delle urine ed è un fattore molto positivo poiché alcuni batteri non crescono a pH bassi, in secondo luogo favorisce la minore adesione dei batteri alle pareti delle vie urinarie.
  • Aglio e cipolla sono da consumare in abbondanza per le loro proprietà antimicrobiche e immunostimolanti.
  • Sedano e prezzemolo sono da considerare in ogni caso di cistite in virtù della loro azione diuretica.
  • Mentre in estate, l’anguria favorisce a un tempo idratazione e diuresi.

Le diete troppo ristrette aiutano l’infezione

Una dieta inappropriata, troppo restrittiva e ipocalorica, rischia invece di favorire le infezioni urinarie. Modifiche profonde e repentine al nostro regime alimentare trascurano le reali necessità nutritive dell’organismo, fino ad allora abituato a un certo introito di calorie e nutrienti, inficiano le difese immunitarie che tendono ad essere meno efficienti e la vescica, uno dei territori più sensibili all’attacco batterico, diventa un bersaglio ancora più facile. Il consiglio resta dunque quello di allontanare dalla dieta abituale solo quei cibi realmente irritanti, onde evitare ricadute nel corso dell’anno. Una dieta sbilanciata troppo prolungata potrebbe alla lunga risultare debilitante e controproducente.

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