Tè per depurarsi, idratarsi e dimagrire: ecco quali sono i migliori
“Non v’è problema così grande o grave che non possa essere diminuito da una buona tazza di tè.”
Cit. Bernard-Paul Heroux
Il tè è, dopo l’acqua, la seconda bevanda più bevuta al mondo; proviene dalla lavorazione della Camelia Sinensis, pianta che cresce in tutto il mondo in climi tropicali e subtropicali. La differenza tra i vari tipi di tè sono dovuti al clima, all’altitudine, alla varietà impiegata, all’epoca del raccolto e, soprattutto, alla lavorazione.
Le categorie del tè: quanti e quali sono le tipologie di tè?
- TÈ VERDE, in cui l’ossidazione naturale delle foglie, viene inibita con il calore o il vapore, mantenendone il colore verde.
- TÈ NERO, che subisce un processo di rollatura che accelera la ossidazione enzimatica, spezzando le membrane delle foglie e portandole a diventare di colore bruno.
- TÈ OOLONG, semi ossidato, intermedio tra tè verde e tè nero, subisce la rottura dei soli margini foliari e un processo di ossidazione enzimatica parziale.
- TÈ BIANCO, estremamente naturale e ricchissimo di polifenoli, ottenuto dal semplice avvizzimento e essiccazione dei germogli (Yin Zehn) o dei germogli e delle foglie (Pai Mu Tan).
- TÈ PU ERH, che subisce un processo di lavorazione unico e una fermentazione microbica e non enzimatica che gli dà il gusto pieno e il profumo di sottobosco. Tale processo può essere naturale e protratto per lungo tempo oppure accellerato utilizzando tecniche particolari che portano in breve tempo al prodotto finito. I Pu Erh si presentano sia come tè in foglia che pressati in panetti, sfere, dischi.
- TÈ SCENTED, miscelati più volte con fiori freschi- di gelsomino, di rosa, etc.-in modo che il tè ne assorba il profumo.
- TÈ AROMATIZZATI e MISCELE, composti da tè di varia provenienza, miscelati con fiori, frutta, spezie, scorze di agrumi e aromi.
In Cina, il tè nero è conosciuto come tè rosso, il tè semi-fermentato come tè verde-blu, il tè post-fermentato come tè scuro.
È vero che il tè verde non ha Caffeina (impropriamente chiamata Teina)?
Premesso che è più corretto dire caffeina e non teina, la medesima sostanza è contenuta nel caffè, nel cacao, nel mate, nel guaranà e anche nel tè verde, sebbene il quantitativo vari sensibilmente per alcuni tipi di tè verde in relazione a molteplici fattori quali: la parte di pianta utilizzata, la natura del terreno e la lavorazione. Inoltre, il rilascio della caffeina è influenzato anche da altri elementi quali: il tempo di infusione, la grammatura utilizzata e la temperatura dell’acqua.
Nel tè verde inoltre, troviamo un aminoacido, la L – teanina, che agisce come “calmante” sul SNC, contrastando l’effetto della caffeina.
Che differenza c’è tra tè verde e tè nero?
La differenza fondamentale è nella lavorazione: il tè verde infatti, non viene sottoposto a rollatura, compressione o rottura delle foglie, né viene lasciato avvizzire come avviene per la lavorazione del tè nero. Il tè verde viene esclusivamente “stabilizzato” al fine di bloccare il naturale processo di ossidazione enzimatica, sottoponendo le foglie all’azione del calore o del vapore. I composti chimici presenti nella foglia di tè subiscono quindi minori cambiamenti, ciò consente al tè verde di restare più erbaceo nel colore, nel sapore e nell’odore.
È vero che il tè verde fa dimagrire ed è utile contro l’invecchiamento?
Ormai da qualche anno si fa un gran parlare dei prodotti a base di tè verde, ingegnosamente proposti ai consumatori come veri e propri elisir di bellezza, contro l’invecchiamento. Gli effetti salutistici del tè verde sono legati al suo prezioso contenuto in antiossidanti, che aiutano l’organismo a difendersi dai ben noti radicali liberi, molecole reattive implicate nel danno cellulare, molto più attivi presi nel loro insieme rispetto ai singoli componenti isolati e purificati. E’il caso di dire: “l’unione fa la forza”. In particolare, il principale antiossidante della bevanda è rappresentato dalle catechine, che nel tè verde rappresentano circa il 20-40% del peso secco. Tra queste sostanze la più abbondante è chiamata epigallocatechina gallato (EGCG) ed è particolarmente nota per aver dimostrato spiccate proprietà antiossidanti ed antimutageniche. Grazie a queste caratteristiche, l’EGCG inibisce la crescita e la proliferazione delle cellule tumorali; riduce inoltre i livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi esercitando, per questo, un’azione protettiva dalle malattie cardiovascolari.
Rispondiamo ora specificamente alla domanda relativa alle proprietà dimagranti del tè verde. L’ interessante proprietà attribuita ora più che mai al tè verde è quella dimagrante; le responsabili del suddetto effetto sono le metilxantine (caffeina, teofillina e teobromina ) e non vi è alcun dubbio sulla loro effettiva capacità di stimolare la lipolisi poiché favoriscono la mobilitazione dei grassi localizzati nel tessuto adiposo e la loro ossidazione a scopo energetico, promuovendo la perdita di peso. Le stesse sostanze sono anche in grado di aumentare il metabolismo e possiedono, inoltre, un blando effetto diuretico utile per combattere la ritenzione idrica . Le concentrazioni di metilxantine presenti nel tè verde sono tuttavia limitate e del tutto insufficienti per rendere apprezzabili le suddette proprietà. Pensate solo che occorrerebbe più di mezzo litro per ricavare l’equivalente in caffeina di una tazzina di caffè.
Dunque senza un regime alimentare adeguato ed il movimento fisico, il tè verde non ha proprietà dimagranti; tuttavia il suo potere disintossicante, tramite l’azione dei fenoli, unito alle spiccate capacità di aiutare a sciogliere i grassi del sangue e all’azione diuretica delle xantine, in associazione al fatto che sia privo di calorie (se bevuto senza zucchero), ne fanno sicuramente un prezioso alleato per le persone che desiderano perdere peso.
Che differenza c’è tra i tè verdi cinesi e giapponesi?
Genericamente parlando, nei tè verdi cinesi la stabilizzazione viene fatta per lo più tramite calore, nei tè verdi giapponesi tramite vapore, il ché conferisce loro colore profumo e sapore diversi, più delicati e fioriti i cinesi, più profumati e con gusto erbaceo e marino i giapponesi.
Quali sono le proprietà del tè nero?
Il tè nero rappresenta la varietà di tè più ricca in caffeina: 3-6% sul peso secco. In una tazza di tè nero di circa 150 ml, ottenuta dopo infusione di 5 minuti, il contenuto in caffeina, impropriamente chiamata anche come teina, varia mediamente dai 40 ai 100 mg. Esso è da considerarsi un quantitativo di tutto rispetto, se prendessimo atto del fatto che un espresso ne contiene su per giù 80 mg. Il tempo di infusione è quindi importante non solo per aumentare o diminuire l’aromatizzazione, ma anche per consentire una maggiore o minore solubilizzazione della caffeina e dei tannini.
Il tè nero è inoltre ricco di teofillina, una sostanza che viene usata, in concentrazioni nettamente superiori, nella terapia dell’asma e della bronchite. La teofillina, infatti, favorisce la dilatazione dei bronchi, migliorando anche la contrattilità del diaframma e degli altri muscoli respiratori. Un’altra sostanza con attività simili è la teobromina, alcaloide tipico del cacao, che nel tè nero è comunque presente in quantità piuttosto limitate.
E’ vero che il tè nero è astringente, in caso di diarrea?
Il tè in genere ha un effetto astringente che deriva dalla percentuale di tannini presenti nelle foglie. I tannini sono i composti astringenti per eccellenza, pur svolgendo anche un’azione antibatterica. Essi sono il prodotto della fermentazione e quindi il tè verde, che non subisce tale processo, ne ha veramente pochi. Il tè nero, al contrario del tè verde, è invece ricco di tannini. I prodotti astringenti, la cui principale funzione è quella di trattenere i liquidi, vengono dunque impiegati anche come antidiarroici.
Come posso preparare il tè freddo?
Il miglior metodo per preparare il tè freddo è di fare una normale infusione e lasciarla raffreddare a temperatura ambiente prima e nel frigorifero poi. In alternativa si può preparare un tè più concentrato e diluirlo a piacere con cubetti di ghiaccio o acqua ben fredda.
“Vorrei un tè Inglese”: cosa significa?
Innanzitutto cominciamo col dire che il tè in Inghilterra non cresce, esiste una sola piantagione sperimentale che produce pochi chili l’anno, di recente avviamento, ciò malgrado l’Inghilterra ha avuto il monopolio del tè in Europa per lungo tempo. Quindi con questa domanda il cliente si riferisce certamente ad un tè “all’inglese”, cioè un tè nero classico o una miscela tipo English Breakfast, Prince of Wales, etc… in genere un tè da latte.
Come preparare e quanti minuti devo far bollire un buon tè?
Per preparare un buon tè, la prima regola da tener presente è che più il tè è pregiato e più l’acqua non deve essere troppo calda altrimenti le foglie si bruciano e la bevanda perde tutte le sue proprietà. I tempi di infusione nella preparazione del tè variano dai 2 – 3 minuti per i tè verdi, fino a 5 minuti per i tè neri. Il tè nero va bevuto appena fatto, mentre il tè verde può “usufruire” di qualche minuto in più. Sicuramente le bustine sono più pratiche delle foglie, tuttavia se si vuole gustare una bevanda “ad hoc”, occorrerà prediligere “le foglioline”, meno esposte all’aria e più ricche di aroma. Molte persone tendono a consumare il tè con un goccio di latte e allora, in questo caso, meglio versarlo prima nella tazza, così il latte si raffredda un po’ e si evita la coagulazione della caseina.
È corretto aggiungere il limone nel tè?
I gusti sono personali e taluni aggiungono al tè nero una fettina o in alternativa alcune gocce di limone. Il limone contiene un acido, l’acido ascorbico, che altera il gusto e l’aroma della bevanda e che produce un cambiamento nella composizione chimica del tè. Si ritiene quindi meno aggressiva l’aggiunta di una fettina o di una scorzetta di arancio.
Come posso conservare il tè? Lo posso lasciare nel sacchettino?
Se chiuso correttamente con la stanghetta, il tè mantiene il suo aroma intatto per alcuni giorni nel sacchettino, altrimenti se il consumo non è immediato conviene travasarlo in una lattina a chiusura ermetica.
Che scadenza ha il tè?
Il tè per le normative vigenti ha una scadenza di tre anni: ciò ovviamente non implica che il tè vada a male dopo tale termine o che consumare un tè vecchio di 10 anni possa fare male, certamente un tè, salvo rari casi, perde profumo nel tempo.