Acne e alimentazione: occhio ai cibi che possono aggravare il problema
Che cosa è l’acne?
Con il termine di “acne vulgaris” si definisce un disturbo infiammatorio delle ghiandole sebacee e dei follicoli piliferi della pelle caratterizzata dalla presenza di punti neri, brufoli e foruncoli. L’acne cronica può lasciare cicatrici permanenti sulla pelle. Alcuni studi condotti sugli esquimesi e su altre popolazioni rilevano la dieta come una delle possibili concause, dal momento che hanno cominciato a soffrire di acne per la prima volta dopo aver adottato una dieta occidentale.
Ne sono interessati la maggior parte degli adolescenti con un’età compresa tra i 13 ed i 19 anni. Malgrado l’acne vulgaris rimanga circoscritta all’età puberale, non è raro che si prolunghi fino ai 30 anni ed oltre. Sembrerebbe più diffusa tra la popolazione maschile rispetto a quella femminile, in quanto correlata come chiariremo di seguito ad un stretta secrezione di ormoni androgeni. Tra le donne quelle maggiormente sofferenti di tale disturbo sono quelle affetti da Sindrome di ovaio policistico, anch’esso correlato ad un disquilibrio ormonale.
Quali sono i principali responsabili?
Due sembrano essere i maggiori imputati alla base della comparsa dell’acne: l’indice glicemico, i grassi saturi ed il consumo di prodotti caseari ovvero latte e formaggi. Tuttavia, anche altri fattori dietetici possono influire in maniera cospicua al peggioramento del problema.
Indicazioni Nutrizionali
Se dovessimo stilare una dieta specifica contro l’acne dovremmo quindi ripetere per filo e per segno i principi base di una sana e corretta alimentazione. In altre parole è utile:
- Limitare i comuni alimenti dolci (pane bianco, prodotti di pasticceria, dolciumi vari, bevande zuccherate) per l’alto tasso di zuccheri semplici ad alto indice glicemico
- Adottare una dieta ricca di verdure, contenenti fibre. La pelle dei soggetti affetti acne tende rapidamente a migliorare aumentando la quantità di fibre presenti nella dieta.
- Preferire quotidianamente cereali a basso indice glicemico (come: orzo, farro, riso integrale, miglio, grano saraceno); consiglio di consumarli esclusivamente in chicchi, evitando pertanto prodotti a base delle loro farine (ad esempio pane di farro, farina di riso, pasta di farro…)
- Consumare con moderazione la frutta eccessivamente zuccherina, ossia quella disidratata (fichi, prugne, albicocche), le banane, i cachi, l’uva, i mandarini e i mandaranci, i fichi; evitare completamente la frutta sciroppata e candita
- Ridurre il consumo di grassi idrogenati e cibo spazzatura (fast foods e similari)
- Evitare il ricorso frequente alle fritture
- Evitare latte e creme a base di latte(besciamella, crema pasticcera, gelati, mousse e preparazioni che prevedano l’uso di panna da cucina sia nella versione dolce che salata)
- Eliminare iformaggi, o quantomeno limitarne fortemente il consumo
- Tre noci al giornovi assicurano un buon rifornimento di acidi grassi essenziali che attenuano l’infiammazione; ne trovate anche nel pesce (salmone, branzino, acciughe al naturale, sgombro), nel tuorlo di uova biologiche e nella frutta secca non tostata (mandorle, noci, pinoli, nocciole.