Dieta e Patologie

Diabete e dieta: indicazioni,alimenti utili e trucchi per abbassare il carico glicemico

Quando arriva la diagnosi di diabete la prima preoccupazione è: “adesso cosa devo mangiare?”.

Spesso si ritiene di dover rinunciare ai carboidrati ed essere, dunque, condannati a diete rigide, prive di qualsiasi gratificazione per il palato. Non è così, avere il diabete significa semplicemente fare un po’ più di attenzione a cosa e quanto si mangia. L’alimentazione è un elemento cardine nella vita del diabetico. Seguire una dieta equilibrata e adatta alla propria persona è, infatti, indispensabile per un corretto stile di vita. È sufficiente mangiare un po’ di tutto, in quantità moderata, senza esagerare con i condimenti (compreso il sale, specialmente se si ha la pressione alta) o con i cibi raffinati, pane bianco e dolci. In altre parole, dovremmo seguire un pò quello che facevano i nostri nonni: poca carne rossa perché costava molto, dolci e alcolici solo in occasione delle feste, tanti cereali non raffinati, legumi e verdure con pochi condimenti. Consumare le verdure ad ogni pasto: contengono fibre, che rallentano l’assorbimento di grassi e carboidrati con il duplice beneficio di non far alzare la glicemia troppo repentinamente e farci sentire sazi più a lungo.

Cos’è il diabete?

Il diabete mellito origina da un difettoso utilizzo dei carboidrati da parte di alcuni tessuti dell’organismo (fegato, muscoli, tessuto adiposo) al quale fa seguito l’aumento del livello dello zucchero nel sangue (iperglicemia). Ciò può verificarsi per diversi motivi.

1)Può succedere che, ad un certo punto, il pancreas smetta di produrre insulina, l’ormone che rende appunto possibile l’ingresso del glucosio nelle cellule dei tessuti sopra elencati (diabete tipo 1).

2)Altre volte, e questo avviene nella grande maggioranza dei casi di diabete, l’insulina è prodotta in quantità ridotta rispetto al normale o, ancora, pur essendo prodotta in quantità normale, ed a volte anche superiore al normale (iperinsulinismo), essa non esplica correttamente la sua funzione (insulinoresistenza) e quindi l’iperglicemia si verifica comunque (diabete tipo 2).

Nonostante i progressi ottenuti negli ultimi anni nel trattamento farmacolo­gico, la terapia nutrizionale resta sem­pre il cardine della terapia della malat­tia diabetica, i cui obiettivi sono i seguenti:

  • ottenere e mantenere il compenso metabolico ottimale e il controllo dei valori di glicemia, HbA1c, LDL-colesterolo, HDL-colesterolo, tri­gliceridi, pressione arteriosa e peso corporeo
  • raggiungere i fabbisogni nutrizionali individuali tenendo in considerazio­ne le preferenze culturali e perso­nali e rispettando desideri e volontà dell’individuo;
  • modificare l’assunzione di nutrienti e lo stile di vita con scelte finaliz­zate alla prevenzione e trattamento delle complicanze croniche e le co-morbidità del diabete

I carboidrati della dieta: perchè sono importanti?

I carboidrati ( o anche “CHO”) sono il macro­nutriente maggiormente responsabile dell’andamento glicemico; quest’ultimo risulta fortemente influenzato sia dalla quantità che dal tipo di CHO presenti nel pasto, oltre che da altri fattori (stato fisico degli alimenti, presenza di altri componenti come grassi e fibre). Sebbene sia i grammi di CHO contenuti nel pasto che la loro forma chimica (CHO semplici e complessi) influenzino la glicemia, il più forte predittore della risposta glicemica al pasto è la quantità totale dei CHO con­sumati. Per questo le strategie prin­cipali per raggiungere il controllo gli­cemico sono rappresentate dalle liste di scambio o del counting dei CHO, a cui l’indice glicemico può offrire van­taggi aggiuntivi.

È noto che il 90-100% dei CHO alimen­tari penetra nel circolo ematico sotto forma di glucosio poche ore dopo un pasto. Circa il 40-60% delle proteine assunte nel pasto si trasforma in glucosio, ma dopo oltre 4 ore dal pasto. Anche il 10% dei lipidi può trasformarsi in glu­cosio, ma solo dopo molte ore dal pa­sto.

Trasformazione degli alimenti assunti con l’alimentazione in glucosio:
Alimento Glucosio Tempo
Carboidrati 90% 45-60’
Proteine 60% 4 ore
Lipidi 10% Molte ore

Pertanto, se assunti in modo costante e corretto, proteine e grassi contribuiscono in scarsa misura al fabbisogno insulinico prandiale.


Pane, pizza e pasta nel diabete: alimenti da temere?  

La risposta è no, è sufficiente conoscerli e imparare a “gestirli”. Pane, pizza e pasta contengono carboidrati, cioè nutrienti che forniscono energia e influenzano i livelli di zucchero (o glucosio) nel sangue.  La qualità dei carboidrati è importante, perché i diversi cibi che li contengono condizionano diversamente la glicemia dopo i pasti. Pane, pizza e pasta sono costituiti da carboidrati complessi, in genere preferibili a quelli semplici, come lo zucchero che mettiamo nel caffè. È però necessario fare alcune distinzioni tra questi alimenti, perché sono preparati in modi diversi, presentano un differente indice glicemico e vantano numerose varianti che a volte rendono le cose più complicate, specie per la pizza.

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Frutta e Diabete: leggende e verità 

Il rapporto tra la frutta e il diabete è tormentato da sempre a causa della diffusione di falsi miti e leggende popolari sull’argomento. La lista dei luoghi comuni è molto lunga: sentiamo parlare spesso di “frutti proibiti”. Inoltre ci si confronta spesso con pazienti che eliminano completamente la frutta dalla loro alimentazione quotidiana semplicemente perché “dolce”; altri individui invece che, al contrario, equiparandola alle verdure, ne fanno la loro prima scelta alimentare. E’ tuttavia vero che la frutta non è tutta uguale. A prescindere dal sapore, sicché ci sono frutti più dolci e altri meno dolci, vi sono differenze importanti tra i diversi frutti, nel contenuto di zuccheri e nell’indice glicemico.

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Dolcificanti e dolci per diabetici 

Il saccarosio, ovvero il comune zucchero da tavola, va abitualmente evitato; volendo Io si può sostituire con altri edulcoranti naturali, quali la stevia, il fruttosio o con edulcoranti artificiali, come la saccarina, il ciclamato, l’aspartame o l’acesulfame. I prodotti dietetici, cosiddetti “per diabetici”, peraltro molto costosi, non potranno essere consumati liberamente, in quanto forniscono sempre calorie, che dovranno ovviamente essere incluse nel computo delle calorie totali consumate giornalmente. In ogni caso si raccomanda moderazione nell’uso dei cosiddetti “dolci per diabetici” (cioccolata, biscotti, marmellata, ecc.) che, pur contenendo generalmente una quantità di glucidi inferiore a quella degli analoghi prodotti normali, apportano comunque calorie in misura elevata.

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Posso fare gli spuntini? 

Gli spuntini possono essere utili per evitare ipoglicemie determinate dall’attività fisica o se necessarie per lo schema insulinico utilizzato; nello stesso tempo essi permettono, diminuendo il senso di fame, di rendere i pasti principali meno abbondanti e quindi contenere l’iperglicemia che molto spesso si ha dopo un pasto molto ricco. Un alimento che può essere utilizzato senza eccessivi problemi dai diabetici per le proprie merende è  senza dubbio lo yogurt, purché “naturale” o, se alla frutta, dolcificato con edulcoranti sintetici e quindi a basso tenore calorico. Ricordiamoci sempre che le merende sono piccoli spuntini che non debbono assolutamente essere trasformati in veri e propri pasti.


Come comportarsi in caso di ipoglicemia? 

L’ipoglicemia (rapido abbassamento al di sotto dei valori normali del livello di zucchero nel sangue) rappresenta la più frequente complicanza acuta del diabete e, sebbene di per sé raramente pericolosa, espone il diabetico a delle situazioni che possono essere estremamente serie quali perdita della coscienza.

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Il diabetico che mangia fuori casa 

Quando ci si è familiarizzati con la propria dieta abituale, è possibile tranquillamente mangiare al ristorante, al bar, a scuola, sul posto di lavoro, in casa di amici, in viaggio o in qualunque altro posto fuori dalla propria casa. Se una di queste occasioni si presenta, è innanzitutto necessario scegliere cibi che siano compatibili con la dieta prescritta, ma soprattutto è importante saper stimare, con una certa precisione, la quantità di quello che viene servito soprattutto. Merita un approfondimento una particolare situazione tipica di noi italiani: il pasto in pizzeria. La pizza, che come apporto calorico complessivo può rappresentare un pasto completo, è composta soprattutto da amido (una pizza di dimensioni medie ne può contenere fino a 100 g), ed in minore percentuale da proteine e da grassi. Per tale motivo, il suo consumo tenderà inevitabilmente a far innalzare la glicemia in tempi relativamente rapidi.

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Alcol: è ammesso? 

Nel diabetico si applicano le stesse precauzioni del­la popolazione sana relativamente al consumo di alcool. Negli individui che scelgono di consumare alcool, si consi­glia un apporto massimo di 5-15 g/die e l’assunzione in concomitanza dei pa­sti per ridurre il rischio di ipoglicemia. E’ consigliabile sempre evitare l’eccesso, perché quando il consumo diventa abuso gli effetti benefici di piccole quantità di alcool lasciano il campo ai suoi numerosi effetti deleteri che possono essere molto pericolosi anche per la salute del paziente diabetico.


E’importante l’orario dei pasti?  

L’orario del pasto deve rispettare la cinetica dell’insulina utilizzata, evi­tando che un eccessivo allungamento dei tempi tra un pasto ed il succes­sivo venga a far mancare il basale di insulina.

Pertanto rispettare l’orario dei pasti è fondamentale e consigliabile.


Il ruolo dell’insulina 

Il compito principale dell’insulina è quella di permettere l’ingresso di zucchero ( o glucosio) nelle cellule. Senza l’insulina, il glucosio resta in circolo aumentando sempre più il livello della glicemia e privando le cellule della loro fonte primaria di energia. L’organismo, dunque,non può sopravvivere in assenza di insulina.

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